Ma, soprattutto, lo sapevi che un utilizzatore su cinque lancerà la tua app una sola volta?

Ma a tutto c’è rimedio e, in questo caso, si chiama push notification. Si tratta di un ottimo modo per ricordare agli utenti quello che l’app può offrire loro, far capire la sua importanza e farli tornare a utilizzarla di nuovo. Insomma, sono di vitale importanza per stimolare e mantenere in vita un’app.

Di sicuro sono un’alternativa decisamente più utile rispetto alle e-mail che ci sommergono ogni giorno e hanno anche il pregio di stabilire un canale di comunicazione più diretto ed esclusivo con l’utente.
I dati parlano chiaro: attualmente solo il 10-25% dei messaggi mandati tramite e-mail marketing vengono letti, mentre l’80-90% delle push notification vengono viste.

Inoltre, se si considera l’efficacia, le push notification vincono, in quanto le interazioni avvengono istantaneamente o quasi, mentre per quanto riguarda le e-mail i clienti rispondono sempre con grande ritardo: si parla di tempistiche di circa sei ore dopo la ricezione del messaggio.

Certo, l’opt-in, ossia la fase di autorizzazione del processo, è un momento fondamentale, ma, anche in questo caso, gli utenti tendono a dare più facilmente il loro consenso rispetto all’iscrizione a mailing list. Per quanto riguarda le app Android, il consenso è dato di default mentre si effettua il download, mentre con le app che girano su Apple l’opt-in si aggira attorno al 40%.

Su come migliorare le push notification per stimolare le interazioni con gli utenti seguiranno approfondimenti nelle prossime puntate.

Per il momento che dire: Le sfide del mondo moderno non si possono raggiungere con un mezzo ormai inadeguato come le e-mail. Bisogna adattarsi alle nuove tecnologie, tra cui, appunto, le push notification.